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Noi siamo Sahara(We)

Reportage realizzato dai bambini dei campi profughi del popolo Saharawi Tindouf - Algeria

17 Aprile 2015 (itinerante nella provincia di Reggio Emilia)

 

INTRODUZIONE ALLA MOSTRA

Quante volte guardando una foto ci si sofferma non solo a quello che la foto ci mostra, a quello che ci vuole raccontare, all'emozione che ci fa provare?

 

Ma a chi c'è dietro, da dove viene, qual'è la sua storia, perché ha scattato proprio quella foto che stiamo vedendo, perché ha scelto di immortalare proprio quel preciso momento, quella situazione, quel volto, quell'oggetto, quel paesaggio?

 

Di chi è, prima del nostro, l'occhio che osserva quella scena?

 

In queste foto gli occhi di chi osserva sono quelli di 15 bambini Saharawi tra i 10 e i 16 anni di un campo profughi in pieno deserto nella regione di Tindouf, Algeria. Quando gli ho consegnato le macchinette usa e getta li ho pregati solo di una cosa, di non sprecare tutti gli scatti nel giro di pochi minuti ma di scattare nell'arco della settimana dandosi la possibilità di farmi vedere, di farci vedere, liberamente, tutto quello che volevano del loro mondo.

 

I bambini Saharawi nascono, crescono e vivono nei campi profughi poiché il popolo Saharawi, al quale appartengono, vive da 40 anni nei campi profughi della provincia di Tindouf in Algeria, in attesa di poter un giorno ritornare nella loro terra, il Sahara Occidentale, occupata dal Marocco. Tornato a casa ho fatto sviluppare i rullini e ho visto il risultato delle loro foto, andato oltre ogni aspettativa, è stato un mix di emozioni. Ero curioso come una scimmia, l'ho aperte e sono entrato piano piano nelle loro case, nelle loro tende, ho fatto un giro in bicicletta, ho giocato a pallone, ho toccato un cammello, ho visitato le capre, ho scherzato con gli amici, ho mangiato e bevuto thè, ho curiosato in giro. E c'è tutto, perchè il bambino, diversamente dal grande, ti fa vedere la verità per quella che è, non te la nasconde, non te la maschera, non te la sistema perché sia una verità più bella, no, te la schiaffa in faccia nuda e cruda, senza paura nè vergogna. Il bambino non si pettina per farsi vedere a posto, non mette in ordine perché non si veda il disordine, non si infila le scarpe perché scalzo fa brutto, il bambino non ha bisogno di mentire perché lui non sa mentire, non pensa di essere giudicato perché lui non giudica, e se c'è qualcosa nelle foto che vi fa pensare "chissà perchè l'ha fotografato?" e non l'avete capito, bhe non chiedeteglielo, perché è stanco di dover spiegare tutto ogni volta ai grandi!

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